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Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 09 Nov 2022  su “il Goriziano”

Il centenario vero e proprio è caduto l’anno scorso, ma la pandemia ha costretto a spalmare gli appuntamento. Quest’anno, la Croce rossa di Gorizia potrà così festeggiare un secolo di vita, dopo che già il 25 giugno dell’anno scorso era riuscita a organizzare la fiaccolata rievocativa in onore dei caduti e delle vittime da Covid. Venerdì, invece, sarà il turno della presentazione del volume “La Croce Rossa Italiana a Gorizia 1921-2021” di Alessandro Rocco, medico volontario del comitato con numerose foto.                         

Un lavoro che ripercorre le diverse tappe storiche e della memoria dei suoi componenti, grazie anche al supporto della storica Antonella Gallarotti, che ne ha curato la revisione editoriale. L’incontro si terrà alle 17.30 nell’Aula magna del Polo di via Santa Chiara dell’Università degli Studi di Udine, moderato dal giornalista Stefano Cosma e con la partecipazione di Georg Meyr, direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste. Sarà il primo di una serie di presentazioni nel resto della provincia.

Ieri mattina, la presidente del comitato Ariella Testa e il suo vice, Federico Maria Pellegatti, hanno quindi presentato la pubblicazione. Composto da 127 pagine e 60 foto, il libro vuole essere una concreta testimonianza di quanto in 100 anni sia in guerra sia nel corso di emergenze locali e nazionali nonché nelle attività quotidiane le volontarie e volontari, le crocerossine e il personale del corpo militare Cri, hanno fatto per supportare e aiutare con umanità e spirito di abnegazione, nel pieno rispetto dei sette principi fondamentali del movimento.

Grande attenzione anche alle comunità del territorio goriziano e alle istituzioni locali. Il comitato, erede della Croce rossa austro-ungarica, nasce nel 1921 ed è sempre stato attivo ininterrottamente cambiando tre sedi sociali: la prima presso la Sala consiliare del palazzo municipale, la seconda in via Garibaldi e dal 1960 in via Codelli 9, in una infrastruttura realizzata ad hoc, dov’è ancora oggi. Negli scatti raccolti dall’archivio del gruppo, nonché da donazioni private, si ritrovano così volti giovani e meno, in bianco e nero.
Oltre alla presentazione del tomo, acquistabile direttamente in quell’occasione, la Cri punta anche a una serie di iniziative nel corso del 2023. Tra queste, anche porre degli “scudi blu” su luoghi storici della città, simbolo codificato dalla Convenzione dell’Aja nel 1954 per preservare edifici di una certa rilevanza in caso di conflitto. Nella lista, ancora non definita in toto, ci sarebbero il castello, la chiesa di Sant’Ignazio, la Biblioteca statale Isontina e altri. Come evidenziato da Testa, in Italia sono rari questi elementi, più comuni invece all’estero.